Nel 1987,
Ben Carson entrò nella storia della medicina grazie ad un intervento
chirurgico che gli permise di separare una coppia di gemelli siamesi.
I gemelli Benjamin e Patrick Binder , sono nati uniti nella parte posteriore della testa. Tutti i precendenti interventi di separazione di gemelli uniti in questo modo erano sempre
fallite, causando la morte di uno o di entrambi i bambini.
La nascita
di gemelli siamesi si verifica una volta ogni 70.000-100.000 nascite
e il caso di gemelli uniti per la testa si verifica solo una volta
ogni 2-2 milioni e mezzo di nascite.
La
loro mamma, Theresa Binder, dalla Germania terra natale dei fratelli Bindere, aveva
cercato dappertutto un medico disposto a eseguire l'intervento. Tutti
le avevano detto che non era possibile, che si doveva necessariamente
sacrificare uno dei due piccoli. Tutti tranne uno Ben Carson che accettò di intraprendere
l'operazione, sapendo che sarebbe stata molto rischiosa.
Il
Dottor Mark Rogers, direttore della terapia intensiva pediatrica alla
Hopkins, coordinò l'imponente impresa. Riunirono sette anestesisti
pediatrici, cinque neurochirurghi, due cardiochirurghi, cinque
chirurghi plastici e dozzine di infermiere e tecnici -in tutto erano
in una settantina di persone. Ci misero cinque mesi per programmare e
preparare accuratamente l'intervento.
L'operazione sui gemellini di
sette mesi iniziò sabato 7 settembre 1987
alle
ore sette e un quarto del mattino e durò 22 ore. Il piano d'azione era che Ben avrebbe separato i gemelli e operato su un bambino e Donlin Long sull'altro.
Dopo la separazione i gemelli
dovettero affrontare un ostacolo potenzialmente mortale.Attuato un
arresto ipotermico, prima di poter ripristinare il flusso sanguigno,
Carson e Long dovevano modellare una nuova vena sagittale da
frammenti del pericardio preparati in precedenza.
Ben Carson insignito con la medaglia d'onore al valore civile dal presidente degli Stati uniti George Bush
Dopo aver rimesso
in funzione il cuore dei bambini si scontrarono con un altro grande
ostacolo: un'emorragia massiva di tutti i piccoli vasi sanguigni del
cervello che erano stati incisi durante l'intervento.
Le riserve di
sangue stavano terminando, ma riuscirono a farsi mandare più di dieci sacche di sangue in meno di mezz'ora dalla Croce rossa americana.
Al termine dell'operazione i gemelli avevano ricevuto sessanta sacche di sangue, diverse dozzine in più di quello che era il loro
normale volume sanguigno.
La programmazione della ricostruzione del capo dei bimbi fu fenomenale. Il capo dei gemelli una
struttura a rete di titanio, ideata da Craig Dufresne, mescolata con
un impasto di ossa polverizzate estratte dal cranio dei bambini.
Alla
fine queste ossa sarebbero cresciute dentro senza bisogno di
rimuoverle in seguito.
Non ci fu cuoio capelluto a sufficienza per
coprire ambedue le teste dei bimbi, così chiusero la testa di
Benjamin con una struttura chirurgica non riuscendo ad installare
la copertura di titanio.
Dopo aver completato l'intervento misero i
bambini in coma artificiale
per dieci giorni, per dare ai piccoli cervelli traumatizzati
dall'operazione una possibilità di recupero senza danni conseguenti.
L'assistenza postchirurgica fu eccezionale quanto l'operazione,i bambini,terminato l'effetto del fenobarbital, aprirono gli occhi e iniziarono a guardarsi intorno.
Tuttavia tre settimane prima di tornare in Germania Patrick aspirò il cibo nei polmoni subendo un arresto respiratorio. Ebbe un danno cerebrale,ma non si sapeva quanto fosse esteso.Quando i gemelli lasciarono il Johns Hopkins Hospital il bimbo faceva dei buoni progressi. Fu un intervento storico che segnò la storia della medicina.
In Scienza e Coscienza.
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