L'iniezione intramuscolare o, più
semplicemente, intramuscolo (IM) rappresenta uno dei più
diffusi metodi per la somministrazione dei farmaci.
Tali iniezioni
consentono un assorbimento più rapido (circa 20 minuti) e meno doloroso delle
iniezioni sottocutanee per la ricca vascolarizzazione delle fibre muscolari e
per la presenza di poche terminazioni nervose. Inoltre la via intramuscolare è preferita alla
sottocutanea quando si devono iniettare maggiori volumi di farmaco.
Le
iniezioni intramuscolari sono una comoda alternativa quando i pazienti non
possono assumere i farmaci per bocca perché hanno patologie che ne alterano
l’assorbimento o hanno problemi di deglutizione, oppure quando si devono
somministrare farmaci che vengono inattivati dai succhi gastrici o a livello
epatico, oppure se si devono somministrare farmaci biologici (vaccini,
immunoglobuline);
Sede dorsogluteale
Tradizionalmente
la sede più famosa e usata, ma non per questo la migliore sede dorsogluteale . La presenza di vasi sanguigni e grossi nervi (Arteria gluteale superiore,
Nervo sciatico), la relativa lentezza di assorbimento rispetto ad altre sedi e
il duro strato adiposo presente rende questa sede quella maggiormente connessa
alle complicanze.
Inoltre il paziente deve assumere una
posizione prona o di decubito laterale con il femore ruotato che permette il
rilassamento del gruppo muscolare affinché si minimizzi il dolore nel punto di
inserzione dell'ago.
Questa
sede corrisponde al quadrante superiore esterno. L’indicazione di dividere il
gluteo in 4 quadranti e somministrare l’iniezione nella parte superiore del
quadrante esterno è da considerarsi superata per il rischio di complicanze e
viene raccomandata l’identificazione con la palpazione dei punti di repere.
Si deve
tracciare una linea immaginaria tra il grande trocantere e la spina iliaca
postero superiore. L’iniezione andrebbe fatta lateralmente e superiormente al
punto medio di questa linea.
La manovra di aspirazione (manovra di Lesser)
durante l'esecuzione dell'iniezione intramuscolare è una tecnica fortemente
radicata e consiste nell'esercitare una pressione negativa prima dell'iniezione
retraendo lo stantuffo per circa 5-10 secondi, al fine di garantire che il
farmaco non sia inavvertitamente somministrato per via endovenosa.
In realtà la letteratura non fornisce
evidenze specifiche sull'attendibilità della manovra e sul fatto che il mancato
ritorno del sangue confermi il corretto posizionamento dell'ago.
Anche se pochi lo sanno questa è la sede
elettiva per le iniezioni intramuscolari.
E' facilmente accessibile per la maggior
parte dei pazienti, quindi molto utile in pazienti allettati.
Si trova facilmente posando il palmo della
mano opposta (ad esempio mano dx sul fianco sx) sul grande trocantere ponendo
il dito indice sulla spina anterosuperiore e con il medio che si muove
dorsalmente localizzare la cresta iliaca.
Il triangolo compreso tra
l' indice ed il medio rappresenta il sito di iniezione.
Questa sede assicura il massimo spessore del muscolo gluteale (costituito sia del gluteo medio che del gluteo minore), è libera da nervi penetranti, da vasi sanguigni e ha un più stretto spessore di strato grasso che non nella zona dorsogluteale.
Controllo delle complicanze
Entro 2-4 ore dall’iniezione si possono verificare effetti locali. Le
principali complicanze sono dolore, contratture muscolari, paralisi, lesione di
nervi periferici, irritazione locale, infezione, neuropatia, sanguinamento,
noduli persistenti, punture arteriose (che però si dovrebbero riconoscere
subito con la manovra di lesser), danno permanente del nervo sciatico, fibrosi,
ascesso, necrosi del tessuto, gangrena.
Il dolore è la complicanza più frequente
delle iniezioni fatte nel deltoide. Nei pazienti con atrofia muscolare le
complicanze più importanti delle iniezioni nel deltoide sono invece la puntura
accidentale del nervo e dell’arteria radiale o dei processi ossei.
La complicanza più frequente delle
iniezioni nel muscolo dorsogluteale è la lesione del nervo sciatico.
L’iniezione fatta sul muscolo
ventrogluteale non è in genere associata a complicanze
mentre le iniezioni nel retto femorale
nell’adulto sono dolorose e poco gradite al paziente.
Per prevenire le complicanze è importante
la scelta della sede ventroglutea, dell’ago e del volume del farmaco da
iniettare. Non ci sono molte indicazioni in letteratura su che cosa fare in
caso di complicanze.
Se nel punto
dell'iniezione permane per qualche tempo una tumefazione dovuta a deficiente
assorbimento del liquido iniettato, si possono fare impacchi con acqua calda ;
se però, dopo qualche giorno, la tumefazione presenta i caratteri
dell'infiammazione (rossore, gonfiore, calore e dolore), si tratta allora di un
ascesso e bisogna intervenire adeguatamente.
L'incidente più grave che si può
verificare è rappresentato dall'entrata del bacillo del tetano, quando le
condizioni di sterilità non sono perfette: si parla appunto di tetano da
iniezione.
Altro possibile incidente è
rappresentato, oltre che dall'embolia già accennata, dalla rottura dell'ago per
imperizia di chi pratica l'iniezione o anche per una brusca contrazione
muscolare del paziente: a questo riguardo si ricordi che l'ago va sempre
conficcato con colpo deciso e mai premendo lentamente e progressivamente contro
la cute, perché questo stimola la contrazione muscolare.
Comunque, in caso di
rottura dell'ago e di impossibilità di estrazione immediata, lo si può lasciare
sul posto; si formerà attorno a esso una capsula di tessuto fibroso, che lo
isolerà dal resto dei tessuti, come sempre avviene in caso di penetrazione
nell'organismo di corpi estranei.
In Scienza e Coscienza.
In Scienza e Coscienza.
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